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Test delle intolleranze alimentari e trattamento con la dieta di introduzione, mediante una terapia che consente di reintrodurre progressivamente uno specifico alimento senza che ne conseguano effetti negativi.
Comunemente l’intolleranza alimentare viene definita come la tendenza di un cibo a sviluppare delle reazioni anomale ed eccessive producendo una serie di sintomi di disagio come gonfiore, sovrappeso, pesantezza. Più correttamente però è necessario inquadrare tali reazioni nell’ambito più complessivo delle “reazioni avverse al cibo”.
Secondo l’American Academy of Allergy Asthma and Immunology, le reazioni che avvengono dopo l’ingestione di un cibo possono essere classificate in:
Le intolleranze vere e proprie sono causate dalla riduzione o dalla mancanza di un enzima per la digestione di un determinato alimento (ad esempio l’enzima “lattasi” per il latte). I principali sintomi riguardano in particolare l’intestino: dolori addominali, diarrea, vomito, ecc. La diagnosi può essere effettuata con indagini di laboratorio o anche con test genetici specifici (es. test generico per l’intolleranza al lattosio o al glutine).
Nelle allergie alimentari si ha invece il coinvolgimento del sistema immunitario. Nei casi in cui la reazione sia mediata dalle immunoglobuline IgE o IgG, questa può avvenire in modo molto intenso e a volte anche violento con sintomi che possono coinvolgere cute, polmoni, mucose nasali e oculari, ecc.
Nelle intolleranze alimentari è molto difficile collegare i disturbi all’alimento perché questi si manifestano quasi sempre tardivamente e con una sintomatologia generale più o meno diffusa.
I sintomi possono essere molto diversi: disbiosi, gonfiore addominale, sonnolenza, sovrappeso, colite, stitichezza, gastrite, stanchezza, cefalee, catarro, infiammazioni ricorrenti, cistiti, candida, dermatiti, prurito, cellulite, ecc.
A differenza di quanto avviene con le allergie alimentari, nel caso delle intolleranze non è sufficiente soltanto il contatto, la reazione dipende dalla dose assunta: esiste, infatti, una dose ‘soglia’ che se non viene oltrepassata non determina l’aggravamento dei sintomi, come se l’organismo riuscisse a tollerare solo una certa quantità di quello specifico alimento.
Si stima che circa il 30-50% della popolazione soffra di questa problematica.
Il test che attualmente consente di dare la risposta più precisa e attendibile nell’individuazione delle allergie alimentari IgG-mediate è il FoodCheckIgG con dosaggio delle immunoglobuline IgG. Il test viene effettuato su sangue venoso prelevato in modo tradizionale dal braccio oppure semplicemente dal polpastrello di un dito.
Il test FoodCheckIgG si può effettuare nella versione da 45 alimenti o in quella più completa da 90 alimenti.
Nel caso di intolleranze alimentari, l’obiettivo non è quello di eliminare per sempre un alimento ma di reintrodurlo progressivamente senza comportare effetti negativi.
Una volta individuati gli alimenti, si imposta un percorso nutrizionale che prevede l’eliminazione di tali cibi per un breve periodo, in media 15 giorni. Successivamente si inizia un percorso di graduale reintroduzione degli alimenti.
Alla fine di questo periodo si effettua l’ultima visita di controllo e si valuta se e come reinserire gli alimenti risultati intolleranti al test.